Una semplice definizione di secolarizzazione è il declino dell’importanza della religione in una società.
Wilson (1966) ha fornito una definizione “classica” di secolarizzazione che è stata ampiamente adottata da autori di libri di testo A-level, insegnanti e studenti per decenni:
Wilson (1966) ha definito la secolarizzazione come “il processo per cui il pensiero, le pratiche e le istituzioni religiose perdono significato sociale”.
Questo si lega bene con la definizione di Clement di ‘religiosità’ che consiste nelle tre B di appartenere (istituzioni), comportarsi (pratiche) e credere (pensiero), e ha portato ad una specie di tradizione nella sociologia di livello A di valutare la natura e la portata della secolarizzazione guardando a tre grandi indicatori:
- il potere e l’influenza delle istituzioni religiose nella società – es.Ad esempio, quanta voce in capitolo hanno i leader religiosi nel prendere decisioni politiche in uno stato nazionale.
- La misura in cui le persone praticano le loro religioni – ad esempio, quante persone si alzano dal sedere e partecipano a una cerimonia religiosa una volta ogni tanto. O, nel caso dei buddisti, quanti di loro rimangono seduti sul loro didietro)
- La forza delle credenze religiose all’interno di una società – ad esempio quante persone credono in qualche tipo di concetto di Dio o di una vita dopo la morte.
Come si può vedere dai suddetti indicatori di secolarizzazione, misurare il significato della religione in una società, e quindi misurarne il declino (o meno) è tutt’altro che semplice: non solo bisogna decidere quali indicatori usare per misurare ciascuno dei suddetti “aspetti” della religione (a livello istituzionale, comportamentale e di credenze personali), ma bisogna anche decidere l’importanza relativa di ciascuno di essi nel determinare il significato sociale della religione.
Oltre a questo, ulteriori problemi nel misurare la natura e la portata della secolarizzazione risiedono nel fatto che le misurazioni devono in qualche modo tenere conto del fatto che la religione non sta ferma: è cambiata considerevolmente negli ultimi 100 anni circa. Infine, i sociologi devono decidere quanto indietro andare, o quale sia la scala temporale più appropriata per dare un giudizio sulla natura e la portata della secolarizzazione.
Una definizione più completa di secolarizzazione è fornita da Steve Bruce (2002) che definisce la secolarizzazione come una “condizione sociale che si manifesta con (a) il declino dell’importanza della religione per il funzionamento di ruoli e istituzioni non religiose come lo stato e l’economia; (b) un declino della posizione sociale dei ruoli e delle istituzioni religiose; e (c) un declino nella misura in cui le persone si impegnano in pratiche religiose, mostrano credenze di tipo religioso, e conducono altri aspetti della loro vita in un modo informato da tali credenze”.
Il professor Steve Bruce, alias Brucey Baby*, da non confondere con Steve Bruce, manager della squadra di calcio Aston Villa (o da confondere con Bruce Dickinson, cantante del gruppo heavy metal Iron Maiden, o Bruce Forsyth, conduttore recentemente scomparso di ‘Play your Cards Right’ e ‘Strictly Come Dancing’), merita una menzione perché è uno dei principali contribuenti storici al ‘dibattito sulla secolarizzazione’.
*Probabilmente da qualcuno.