Hai probabilmente sentito parlare di demenza senile più di una volta, ma forse non sai esattamente a cosa si riferisce. È la stessa cosa dell’Alzheimer? È una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento? In questo articolo risponderemo a queste domande e chiariremo altri dubbi o concetti. Abbiamo già anticipato che l’etichetta “demenza senile” non corrisponde a nessuna diagnosi accettata, né dalla comunità medica né da quella scientifica.
Il concetto di “demenza senile”
Cominceremo analizzando il significato delle due parole che compongono questo concetto. La “demenza” è una sindrome, cioè un insieme di segni e sintomi che si verificano insieme e sono solitamente caratteristici di qualche condizione di salute. Questa sindrome è caratterizzata da alterazioni cognitive e comportamentali e comporta una perdita di autonomia del malato.
“Senile” è un termine associato all’invecchiamento, alla senescenza. Questo termine è stato usato come etichetta diagnostica in un’epoca in cui non c’era così tanta conoscenza come adesso sulla demenza e sulle cause della demenza.
Con l’evolversi delle conoscenze, per un certo periodo si è fatta una distinzione tra “senile”, se la demenza compariva dopo i 65 anni, e “presenile” se compariva prima.
Tentare di fissare dei limiti di età per definire quando una persona può essere considerata senile o anziana sarà sempre arbitrario, poiché l’invecchiamento fa parte del continuum della vita.
Derivazioni e confusioni dell’uso dell’etichetta “demenza senile”
Parlare di demenza senile solo perché la demenza si manifesta dopo una certa età impoverisce la diagnosi e porta a confusione. Impoverisce la diagnosi perché l’uso di questa etichetta non specifica il disturbo o la malattia sottostante che causa o porta allo sviluppo dei sintomi della demenza. È importante essere chiari sul fatto che la demenza è sempre la conseguenza di una malattia o di un disturbo del cervello, che porterà a diversi tipi di demenza.
Inoltre, l’uso del termine demenza senile è fuorviante, perché può portare all’assunzione che sia normale soffrire di demenza in età avanzata. L’invecchiamento è il principale fattore di rischio per sviluppare qualche forma di demenza, ma è importante ricordare che la demenza non è una conseguenza inevitabile dell’invecchiamento. L’età e i fattori genetici sono i principali fattori di rischio non modificabili per il morbo di Alzheimer, che a sua volta è la principale causa di demenza. Ci sono anche una serie di fattori di rischio modificabili che possono modulare gli effetti dell’età e della genetica e aiutarci, in generale, non solo a evitare la demenza ma anche a invecchiare in modo sano.
La rilevanza del linguaggio nella stereotipizzazione
È molto importante che il progresso della scienza e della conoscenza sia accompagnato da corrispondenti cambiamenti nel linguaggio usato per riferirsi alle malattie, ai loro sintomi e ai malati.
Le etichette che spesso si usano per riferirsi a loro, anche se inconsciamente, portano una serie di connotazioni che possono portare ad atteggiamenti o percezioni che non aiutano a promuovere la dignità della persona, o che possono portare a pregiudizi verso un gruppo.
È importante bandire l’uso del concetto di “demenza senile”, anche dal linguaggio popolare, perché può contribuire a perpetuare atteggiamenti o percezioni che stigmatizzano l’invecchiamento. La mancata revisione dei concetti può incoraggiare il perpetuarsi di false credenze basate su conoscenze superate. Questo è il caso di molti miti sulla malattia di Alzheimer, che dobbiamo ancora lottare per bandire.