October 15, 2011
October 15, 2011JPEG
October 15, 2011TIFF
Google Earth – October 15, 2011KML
Roughly 300 kilometers (200 miles) east-southeast of Tehran lies Iran’s Dasht-e Kavir, or Great Salt Desert. To the untrained eye, Dasht-e Kavir looks like a place that has been bone-dry since the dawn of time. But to the well-trained eyes of a geologist, this desert tells a tale of wetter times. Decine di milioni di anni fa, un oceano ricco di sale probabilmente occupava questa regione, circondando un microcontinente in quello che oggi è l’Iran centrale.
Il Thematic Mapper del satellite Landsat 5 ha catturato questa immagine a colori naturali del Dasht-e Kavir il 15 ottobre 2011. L’immagine in alto è una vista ad ampio raggio, e l’area delineata in bianco è poi mostrata nella vista ravvicinata qui sotto.
Dasht-e Kavir è un paesaggio complesso, ma può essere principalmente spiegato dall’invasione e dalla successiva evaporazione di un antico oceano. Quando l’oceano si è prosciugato, ha lasciato uno strato di sale spesso fino a 6-7 chilometri. Il sale ha una densità piuttosto bassa, quindi se uno strato di roccia nuova seppellisce lo strato di sale – e se la roccia sovrastante è abbastanza morbida – il sale può lentamente spingere verso l’alto e formare delle cupole.
Come implica il suo nome, il Grande Deserto Salato è ricco di cupole di sale, o diapiri. I geologi hanno identificato circa 50 grandi diapiri di sale in questa regione. Come qualsiasi altra caratteristica di superficie, un duomo di sale è soggetto all’erosione. Il vento e la pioggia raschiano via le particelle di roccia, consumando gradualmente la parte superiore della cupola ed esponendola in sezione trasversale.
Ma l’erosione non è l’unica forza al lavoro in questa regione. Nella vista ravvicinata, possiamo vedere strutture che vanno da nord a sud, alcune sollevate e altre abbassate. Callan Bentley, un geologo del Northern Virginia Community College, le identifica come pieghe o zone di faglia che corrono parallelamente alla tendenza delle montagne della regione. Bentley attribuisce la deformazione delle cupole di sale all’attività tettonica a placche che si è verificata dalla formazione delle cupole di sale. Bentley descrive il paesaggio come un “racconto a palinsesto che aiuta a vincolare l’età del diapirismo al pre-piegamento.”
Immagine dell’Osservatorio della Terra della NASA di Jesse Allen e Robert Simmon, utilizzando dati Landsat dell’U.S. Geological Survey. Didascalia di Michon Scott con informazioni di Callan Bentley, Northern Virginia Community College.