John Bunyan

Conversione e ministero

La conversione di Bunyan al puritanesimo fu un processo graduale negli anni successivi al suo matrimonio (1650-55); è descritto drammaticamente nella sua autobiografia. Dopo un primo periodo di conformità anglicana in cui andò regolarmente in chiesa, rinunciò, lentamente e a malincuore, ai suoi svaghi preferiti di danze, campane e sport sul verde del villaggio e cominciò a concentrarsi sulla sua vita interiore. Poi arrivarono tentazioni strazianti di disperazione spirituale che durarono per diversi anni. Le “tempeste” della tentazione, come le chiama lui, lo assalirono con violenza quasi fisica; voci lo spingevano a bestemmiare; i testi delle Scritture, che gli sembravano minacciare la dannazione, prendevano forma personale e “lo pizzicavano molto dolorosamente”. Infine una mattina credette di essersi arreso a queste voci di Satana e di aver tradito Cristo: “Sono caduto come un uccello colpito dall’albero”. Nel suo isolamento psicopatico presenta tutte le caratteristiche della mente divisa del disadattato come sono state analizzate nel XX secolo. Bunyan, tuttavia, aveva uno strumento psicologico contemporaneo per la diagnosi della sua condizione: la teologia pastorale del calvinismo del XVII secolo, che interpretava la cupa dottrina dell’elezione e della predestinazione in termini di bisogni reali delle anime, le prove del progresso spirituale in esse, e l’alleanza della grazia di Dio. Entrambe le tecniche, quella dell’analista moderno e quella del predicatore puritano, hanno in comune l’obiettivo di recuperare l’integrità dell’io; e questo fu ciò che Bunyan raggiunse mentre emergeva, dal suo periodo di oscurità spirituale, cominciando gradualmente a sentire che il suo peccato non era “fino alla morte” e che c’erano testi da consolare oltre che da terrorizzare. Fu aiutato nel suo recupero dalla sua associazione con la chiesa separatista di Bedford e il suo dinamico leader, John Gifford. Entrò in piena comunione intorno al 1655.

La comunità di Bedford praticava il battesimo per adulti per immersione, ma era una chiesa a comunione aperta, ammettendo tutti coloro che professavano “fede in Cristo e santità di vita”. Bunyan dimostrò presto il suo talento come predicatore laico. Fresco dei suoi problemi spirituali, era adatto ad ammonire e consolare gli altri: “Sono andato io stesso in catene per predicare a loro in catene, e ho portato quel fuoco nella mia coscienza da cui li ho persuasi a guardarsi”. Fu anche attivo nel visitare ed esortare i membri della chiesa, ma la sua attività principale nel 1655-60 fu in polemica con i primi quaccheri, sia nel dibattito pubblico su e giù per le città di mercato del Bedfordshire, sia nelle sue prime opere stampate, Some Gospel Truths Opened (1656) e A Vindication of Some Gospel Truths Opened (1657). I quaccheri e i battisti di comunione aperta erano rivali per la fedeltà religiosa dei “meccanici”, o piccoli commercianti e artigiani, sia in città che in campagna. Bunyan divenne presto riconosciuto come un leader tra i settari.

La restaurazione di Carlo II portò alla fine dei 20 anni in cui le chiese separate avevano goduto della libertà di culto ed esercitato una certa influenza sulla politica del governo. Il 12 novembre 1660, a Lower Samsell nel Bedfordshire meridionale, Bunyan fu portato davanti a un magistrato locale e, in base a una vecchia legge elisabettiana, accusato di tenere un servizio non conforme a quello della Chiesa d’Inghilterra. Rifiutò di dare l’assicurazione che non avrebbe ripetuto il reato, fu condannato alle assise nel gennaio 1661 e fu imprigionato nella prigione della contea. Nonostante i coraggiosi sforzi della sua seconda moglie (si era sposato di nuovo nel 1659) per ottenere che il suo caso venisse portato in assise, rimase in prigione per 12 anni. Una biografia del tardo 17° secolo, aggiunta alle prime edizioni di Grace Abounding, rivela che alleviò la sua famiglia producendo e vendendo “long Tagg’d laces”; le condizioni della prigione erano abbastanza clementi da permettergli di uscire a volte per visitare amici e familiari e per parlare alle riunioni.

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