Margaret Fuller

Margaret Fuller, per esteso Sarah Margaret Fuller, nome da sposata Marchesa Ossoli, (nata il 23 maggio 1810 a Cambridgeport, Mass., Stati Uniti – morta il 19 luglio 1850 al largo di Fire Island, N.Y.), critica americana, insegnante e donna di lettere i cui sforzi per civilizzare il gusto e arricchire la vita dei suoi contemporanei la rendono significativa nella storia della cultura americana. È particolarmente ricordata per il suo libro di riferimento, Woman in the Nineteenth Century (1845), che esaminava il posto delle donne all’interno della società.

Fuller era una bambina estremamente precoce. Sotto la severa tutela del padre compensò più che bene l’inaccessibilità dell’educazione formale alle donne dell’epoca; ma, pur avendo acquisito un’ampia cultura in età molto precoce, lo sforzo danneggiò permanentemente la sua salute.

Plissata da difficoltà finanziarie dopo la morte del padre nel 1835, insegnò nella Temple School di Bronson Alcott a Boston, 1836-37, e a Providence, Rhode Island, 1837-39. Nel 1839 pubblicò una traduzione delle Conversazioni con Goethe di Eckermann; il suo progetto più caro, mai completato, fu una biografia di Johann Wolfgang von Goethe. Fuller formò molte amicizie importanti durante questo periodo, incluse quelle con Ralph Waldo Emerson, Elizabeth Peabody, William Ellery Channing e Orestes Brownson. Dal 1840 al 1842 fu redattrice di The Dial, una rivista lanciata dai trascendentalisti. Scrisse poesie, recensioni e critiche per il trimestrale.

A Boston, per cinque inverni (1839-44), condusse classi di “conversazioni” per donne su letteratura, educazione, mitologia e filosofia, in cui aveva la reputazione di essere un brillante leader di discussione. Il suo scopo professato era “sistematizzare il pensiero”; più in generale, cercava di arricchire la vita delle donne e di dare dignità al loro posto nella società. Lo stesso scopo la guidò nello scrivere Woman in the Nineteenth Century, un trattato sul femminismo che era sia una richiesta di uguaglianza politica che un’ardente supplica per la realizzazione emotiva, intellettuale e spirituale delle donne. Fu pubblicato nel 1845 da Horace Greeley, che aveva ammirato il suo Summer on the Lakes, in 1843 (1844), uno studio perspicace della vita di frontiera in Illinois e Wisconsin.

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In Woman in the Nineteenth Century, Fuller esorta le giovani donne a cercare una maggiore indipendenza dalla casa e dalla famiglia e a ottenere tale indipendenza attraverso l’istruzione. Disdegna l’idea che le donne debbano accontentarsi della vita domestica, suggerendo invece che alle donne dovrebbe essere permesso di realizzare il loro potenziale personale facendo qualsiasi lavoro le attragga: “Lasciatele essere capitani di mare, se vogliono”. Woman in the Nineteenth Century sostiene inoltre la riforma delle leggi sulla proprietà che erano ingiuste per le donne – un’idea controversa e impopolare in molti ambienti. Le discussioni franche e senza precedenti del libro sul matrimonio e sulle relazioni tra uomini e donne scandalizzarono anche molti. La prima edizione del libro andò esaurita in una settimana e scatenò un acceso dibattito, portando la questione dei diritti delle donne all’attenzione della nazione.

Nel 1844 Fuller divenne critico letterario del giornale di Greeley, il New York Tribune. Incoraggiò gli scrittori americani e si batté per le riforme sociali, ma diede il suo più grande contributo, secondo lei, come interprete della moderna letteratura europea.

Prima di salpare per l’Europa nel 1846, alcuni dei suoi saggi apparvero come Papers on Literature and Art, che assicurarono la cordiale accoglienza che ricevette nei circoli inglesi e francesi. Prima donna corrispondente dall’estero in America, riferì dei suoi viaggi per il Tribune; le “lettere” furono poi pubblicate in At Home and Abroad (1856). Stabilendosi in Italia nel 1847, fu coinvolta nella causa dei rivoluzionari italiani, guidati da Giuseppe Mazzini, che aveva incontrato in precedenza in Inghilterra. Incontrò anche un nobile italiano impoverito e ardente repubblicano, Giovanni Angelo, Marchese Ossoli. Si sposarono segretamente, apparentemente nel 1849. Dopo la soppressione della repubblica la coppia fuggì a Rieti e poi a Firenze, dove Fuller scrisse una storia della rivoluzione. A metà del 1850 salpò per gli Stati Uniti con il marito e il figlio neonato, Angelo. Morirono tutti in un naufragio al largo di Fire Island, New York, e con loro andò persa la sua storia manoscritta della rivoluzione.

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