Otto I era il figlio del re Enrico I (il Fowler) di Germania. Nel 929 sposò Edith, figlia di Edoardo il Vecchio d’Inghilterra; lei morì nel 946. Otto era duca di Sassonia quando suo padre morì nel 936, e fu subito eletto re (che tenne fino al 962) ad Aix-la-Chapelle dai grandi magnati. I governanti degli altri grandi ducati causarono a Otto i primi problemi. Nel 947 li aveva risolti assorbendo il ducato di Franconia nel suo dominio diretto e consegnando gli altri, Lorena, Svevia e Baviera, ai membri della sua famiglia.
Nel 951 Otto era stato attirato in Italia dal timore che la regina Adelaide, vedova e in difficoltà, potesse essere salvata, e le sue terre assorbite, dal vicino re di Borgogna o dai suoi stessi duchi di Svevia o Baviera. Per prevenire queste mosse, Otto attraversò l’Italia e la sposò lui stesso, stabilendo così le sue pretese sulle sue terre. Prima che potesse consolidare la sua posizione lì, tuttavia, fu richiamato in Germania da una rivolta dei suoi duchi principali, guidati da suo figlio ed erede, e da una grave incursione dei vicini ungheresi. Egli sedò la rivolta e schiacciò gli ungheresi nella decisiva battaglia di Lechfeld nel 955.
Una volta compiuti questi compiti, Ottone diede il ducato di Lorena, il cui duca era morto a Lechfeld, al suo fratello clericale arcivescovo Bruno di Colonia. All’incirca in questo periodo cominciò anche a fare sempre più affidamento sugli ecclesiastici per aiutarlo a governare il suo regno e a fornirgli le forze armate. Lo fece dotando gli ecclesiastici, che nominò per le loro cariche, di ampie terre e immunità in cambio di servizi governativi e militari. Poiché le cariche ecclesiastiche non erano ereditarie, questo li rendeva un contrappeso molto utile e affidabile ai nobili secolari, che spesso erano inaffidabili e avevano anche degli eredi.
Mentre Otto era impegnato in Germania, tuttavia, non ignorò i suoi vicini. Intervenne nella lotta tra i capetingi e i carolingi francesi e si assicurò così l’accettazione del suo assorbimento della Lorena nell’impero. Mantenne il controllo su Hedeby in Danimarca e sugli arcivescovadi di quel regno. Incoraggiò gli ecclesiastici e i suoi subordinati sassoni Gero e Herman Billung a iniziare la conquista degli slavi oltre il fiume Elba, e costrinse il duca di Boemia a rendergli omaggio.
Fu come padrone di gran parte del nord Europa che Ottone invase l’Italia nel 961. Un anno dopo, dopo aver conquistato Roma, Ottone fu incoronato imperatore d’Occidente da papa Giovanni XII. Lui e il Papa in seguito litigarono, e Otto con qualche difficoltà lo sostituì con un altro candidato, che obbligò il clero e i nobili di Roma. Gli ultimi anni di Ottone furono in gran parte trascorsi in Italia, dove cercò senza successo di assorbire Venezia e l’Italia meridionale, che erano controllate da Bisanzio. Prima della sua morte, comunque, Ottone riuscì ad assicurarsi il riconoscimento bizantino del suo titolo imperiale e una principessa bizantina come sposa per suo figlio Ottone II.
Infine, Ottone merita credito per aver sostenuto l’apprendimento e la cultura. Il suo sostegno all’apprendimento portò al cosiddetto Rinascimento Ottoniano, che aiutò a mantenere vivo il sapere per il futuro. Gli ecclesiastici da lui nominati si dimostrarono spesso interessati a costruire e a sostenere la cultura nelle loro istituzioni ecclesiastiche, sia monastiche che episcopali. Grazie a loro, la cultura continuò a fiorire lì e a corte, rendendo l’età degli Ottoni un’importante età intellettuale e architettonica per l’Europa medievale.