Pierre, barone de Coubertin, originariamente Pierre de Frédy, (nato il 1º gennaio 1863 a Parigi, Francia – morto il 2 settembre 1937 a Ginevra, Svizzera), educatore francese che ebbe un ruolo centrale nella rinascita dei Giochi Olimpici nel 1896, dopo quasi 1.500 anni di sospensione. Fu uno dei membri fondatori del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) e ne fu presidente dal 1896 al 1925.
Come repubblicano nato dall’aristocrazia francese, patriota con una visione internazionalista, figlio delle sconfitte francesi del 1871 ma progressista e ottimista convinto, Coubertin lottò nei suoi vent’anni per trovare una vocazione soddisfacente. Ispirato dai viaggi di studio nelle scuole pubbliche britanniche e nei college americani, decise “di legare il suo nome a una grande riforma educativa”, intraprendendo per tutta la vita campagne per il miglioramento della scuola secondaria, per le università operaie e per lo studio popolare della storia politica mondiale. Questi sforzi ottennero poco successo e oggi sono in gran parte dimenticati. Nel 1890 Coubertin incontrò l’educatore inglese William Penny Brookes, che aveva organizzato i giochi olimpici britannici già nel 1866. Brookes introdusse Coubertin agli sforzi che lui e altri avevano fatto per far risorgere i Giochi Olimpici. La passione di Brookes per un festival olimpico internazionale ispirò Coubertin a sposare la causa e diede una nuova direzione alla sua vita. Come Le Rénovateur (“Il Rinnovatore”) dei Giochi Olimpici, Coubertin riuscì a modificare la storia culturale moderna su scala globale.
L’idea di una nuova Olimpiade, che nel caso di Coubertin emerse da un’attenzione alle proprietà liberal-democratiche e di formazione del carattere dello sport scolastico, non era certo originale. Ogni volta che l’Europa rinnovava il suo fascino per l’antica Grecia, la frase carismatica “Giochi Olimpici” veniva alla ribalta. Gli storici hanno scoperto dozzine di evocazioni fantasiose delle Olimpiadi dal Rinascimento fino ai primi tempi moderni, e nei secoli XVIII e XIX sono noti festival sportivi, ginnici e folcloristici che portano questo nome in Canada, Grecia, Francia, Germania, Svezia e Gran Bretagna. Queste espressioni locali o nazionali spesso affermavano la superiorità della cultura fisica indigena su quella dei popoli rivali. Al contrario, Brookes, Coubertin e i loro colleghi si impegnarono fin dall’inizio per un festival quadriennale di carattere strettamente internazionale e con molti tipi di gare di atletica moderna.
Le straordinarie energie di Coubertin, il suo gusto per il simbolismo culturale, le sue connessioni sociali e politiche e la sua volontà di esaurire la sua fortuna nel perseguimento delle sue ambizioni furono fondamentali per lanciare il movimento olimpico. All’Esposizione Universale di Parigi del 1889, Coubertin lanciò una serie di congressi sull’educazione fisica e lo sport internazionale che coincisero con nuovi stimolanti ritrovamenti archeologici di Olimpia. Il suo appello pubblico per una rinascita olimpica in uno di questi congressi nel 1892 cadde nel vuoto, ma Coubertin perseverò e nel 1894 un secondo congresso della Sorbona decise di organizzare i Giochi Olimpici internazionali ad Atene.
Il successo di Atene 1896 fu seguito da imbarazzi a Parigi e St. Louis, Missouri, Stati Uniti, dove le Olimpiadi furono inghiottite dalle fiere mondiali e il controllo fu quasi perso dal giovane CIO e dal suo presidente, Coubertin. Stoccolma 1912 rimise i Giochi in carreggiata, e durante la prima guerra mondiale Coubertin riconsolidò il movimento olimpico spostando la sua sede a Losanna, in Svizzera, e articolando la sua ideologia di “neo-olimpismo”, la ricerca della pace e della comunicazione interculturale attraverso lo sport internazionale.
Dopo il grande successo delle Olimpiadi del 1924 a Parigi, Coubertin si ritirò dalla presidenza del CIO. I suoi ultimi anni furono segnati dall’isolamento personale, dalla penuria e dalla tragedia familiare, mentre i Giochi stessi, come evidenziato da Los Angeles 1932 e Berlino 1936, si avvicinavano al centro degli affari mondiali. Coubertin morì a Ginevra nel 1937 e fu sepolto a Losanna, salvo il suo cuore, che su sue istruzioni fu rimosso dal suo corpo e sepolto in una stele commemorativa adiacente alle rovine dell’antica Olimpia.