Una bambina sana è nata a termine dopo una gravidanza e un parto senza complicazioni. Quando aveva cinque giorni, si è sviluppato un eritema unilaterale con pallore controlaterale che era nettamente delimitato sulla linea mediana (Figura 1). Questo fenomeno si è verificato dopo che il bambino era stato messo sul suo lato destro, con l’eritema sulla metà dipendente del suo corpo. Si è risolto spontaneamente in pochi minuti.
Eritema ben delimitato sul lato destro dipendente (cambiamento di colore arlecchino) di una bambina sana di cinque giorni.
Il cambiamento di colore arlecchino appare transitoriamente in circa il 10% dei neonati sani.1 Questo fenomeno caratteristico si presenta come un cambiamento di colore ben delimitato, con una metà del corpo che mostra eritema e l’altra metà pallore. Di solito si verifica tra i due e i cinque giorni di età, ma il cambiamento di colore arlecchino è stato visto fino a tre settimane di età.2 La condizione è benigna e il cambiamento di colore svanisce in 30 secondi-20 minuti. Può ripresentarsi quando il bambino viene messo su un fianco. La diagnosi differenziale include la macchia di vino di Porto e l’emangioma nascente dell’infanzia.3 La natura transitoria del cambiamento di colore arlecchino aiuta a differenziarlo da queste altre condizioni.
Anche se occasionalmente riportato con prematurità, basso peso alla nascita, ipossia, uso sistemico di prostaglandina E1, o lesioni intracraniche,2 il cambiamento di colore arlecchino è visto più spesso nei neonati sani. Alcuni autori hanno ipotizzato che la sua patogenesi coinvolga uno squilibrio temporaneo nel tono dei vasi sanguigni cutanei secondario all’immaturità ipotalamica.4 Questa condizione benigna non deve essere confusa con il feto arlecchino, una forma grave e poco comune di ittiosi che si manifesta con grandi squame e fessure simili a placche sul corpo.
Il riconoscimento del cambiamento di colore arlecchino è importante, dato che i genitori possono essere piuttosto allarmati dai suoi sorprendenti cambiamenti cutanei. Il fenomeno è probabilmente più comune di quanto suggerito dalla letteratura, in parte a causa della sua transitorietà.