HEKATE

Greek Mythology >> Greek Gods >> Underworld Gods >> Hecate (Hekate)

Greek Name

Ἑκατη Ἑκατα

Transliteration

Hekatê, Hekata

Latin Spelling

Hecate, Hecata

Translation

Worker from Afar

Hecate, Athenian red-figure bell krater C5th B.C., Metropolitan Museum of Art

HEKATE (Hecate) was the goddess of magic, witchcraft, the night, moon, ghosts and necromancy. Era l’unica figlia dei Titani Perse e Asteria dai quali ricevette il suo potere su cielo, terra e mare.

Hekate assistette Demetra nella sua ricerca di Persefone, guidandola attraverso la notte con torce fiammeggianti. Dopo la riunione madre-figlia divenne ministro e compagna di Persefone in Haides.

Tre miti di metamorfosi descrivono le origini dei suoi familiari animali: la cagna nera e la puzzola (un mustelide domestico tenuto dagli antichi per cacciare i parassiti). Il cane era la regina troiana Hekabe (Ecuba) che saltò in mare dopo la caduta di Troia e fu trasformata dalla dea. La puzzola era o la strega Gale, trasformata come punizione per la sua incontinenza, o Galinthias, levatrice di Alkmene (Alcmena), che fu trasformata dalla dea infuriata Eileithyia ma adottata dalla simpatica Hekate.

Hekate era solitamente raffigurata nella pittura vascolare greca come una donna che teneva due torce gemelle. A volte era vestita con una gonna al ginocchio da fanciulla e stivali da caccia, proprio come Artemide. Nella statuaria Hekate era spesso raffigurata in forma tripla come dea degli incroci.

Il suo nome significa “lavoratore da lontano” dalla parola greca hekatos. La forma maschile del nome, Hekatos, era un epiteto comune del dio Apollon.

Hekate era identificata con un certo numero di altre dee tra cui Artemide, Selene (la Luna), Despoine, la dea del mare Krataeis (Crataeis), la dea del Khersonese Tauriano in Skythia, la ninfa Perseis, l’eroina Ifigenia, le dee tracie Bendis e Kotys (Cotys), la ninfa eubea Maira (la stella-cane), la ninfa eleusina Daeira e la ninfa boema Herkyna (Hercyna).

FAMIGLIA DI HECATE

PARENTI

OFFSPRING

ENCYCLOPEDIA

HE′CATE (Hekatê), una divinità misteriosa, che, secondo la tradizione più comune, era una figlia di Persaeus o Perses e Asteria, da cui è chiamata Perseis. (Apollod. i. 2. § 4; Apollon. Rhod. iii. 478.) Altri la descrivono come figlia di Zeus e Demetra, e affermano che fu mandata dal padre alla ricerca di Persefone (Schol. ad Tleocrit. ii. 12); altri ancora la fanno figlia di Zeus o di Feraea o di Era (Tzetz. ad Lyc. 1175; Schol. ad Theocrit. ii. 36) ; e altri, infine, dicono che era figlia di Leto o di Tartaro. (Procl. in Plat. Cratyl. p. 112; Orph. Argon. 975.) Omero non la nomina. Secondo le tradizioni più genuine, sembra essere stata un’antica divinità Tracia, e un Titano, che, dal tempo dei Titani, governava in cielo, sulla terra e nel mare, che donava ai mortali ricchezza, vittoria, saggezza, fortuna ai marinai e ai cacciatori, e prosperità ai giovani e ai greggi di bestiame; ma tutte queste benedizioni potevano allo stesso tempo essere trattenute da lei, se i mortali non le meritavano. Fu l’unica tra i Titani che conservò questo potere sotto il dominio di Zeus, e fu onorata da tutti gli dei immortali.

Assistette anche gli dei nella loro guerra con i Giganti, e uccise Clito. (Hes. Theog. 411-452; Apollod. i. 6. § 2.) Questo ampio potere posseduto da Ecate fu probabilmente la ragione per cui successivamente fu confusa e identificata con diverse altre divinità, e alla fine divenne una dea mistica, alla quale si celebravano misteri in Samotracia (Lycoph. 77; Schol. ad Aristoph. Pac. 277) e in Egina. (Paus. ii. 30. § 2; comp. Plut. de Flum. 5.) Per essere quasi la regina di tutta la natura, la troviamo identificata con Demetra, Rea (Cibele o Brimo); essendo una cacciatrice e la protettrice della gioventù, è la stessa di Artemide (Curotrophos); e come dea della luna, è considerata come la mistica Persefone. (Hom. Hymn. in Cer. 25, con il commentat.; Paus. i. 43, § 1.) Era ulteriormente collegata con il culto di altre divinità mistiche, come i Cabeiri e i Curetes (Schol. ad Theocrit. ii. 12; Strab. x. p. 472), e anche con Apollo e le Muse. (Athen. xiv. p. 645; Strab. x. p. 468.) Il fondamento delle suddette confusioni e identificazioni, specialmente con Demetra e Persefone, è contenuto nell’inno omerico a Demetra; poiché, secondo questo inno, ella fu, oltre a Elio, l’unica divinità che, dalla sua grotta, osservò il rapimento di Persefone. Con una torcia in mano, accompagnò Demetra nella ricerca di Persefone; e quando questa fu trovata, Ecate rimase con lei come sua assistente e compagna. Diventa così una divinità del mondo inferiore; ma questa nozione non si verifica fino al tempo dei tragici greci, anche se è generalmente corrente tra gli scrittori successivi. È descritta in questa veste come una divinità potente e formidabile, che governa le anime dei defunti; è la dea delle purificazioni e delle espiazioni, ed è accompagnata da cani stigia (Orph. Lith. 48; Schol. ad Theocr l. c. ; Apollon. Rhod. iii. 1211; Lycoph. 1175; Horat. Sat. i. 8. 35; Virg. Aen. vi. 257). Da Phorcos divenne la madre di Scilla. (Apollon. Rhod. iv. 829; comp. Hom. Od. xii. 124.) C’è un’altra caratteristica molto importante che sorse dalla nozione che lei fosse una divinità infernale, cioè, era considerata come un essere spettrale, che di notte mandava dal mondo inferiore tutti i tipi di demoni e fantasmi terribili, che insegnava stregoneria e stregoneria, che abitava nei luoghi dove due strade si incrociavano, sulle tombe e vicino al sangue di persone assassinate. Anche lei stessa vaga con le anime dei morti, e il suo arrivo è annunciato dai lamenti e dagli ululati dei cani (Apollon. Rhod. iii. 529, 861, iv. 829; Theocrit. l. c. ; Ov. Heroid. xii. 168, Met. xiv. 405; Stat. Theb. iv. 428 ; Virg. Aen. iv. 609; Orph. Lith. 45, 47; Eustath. ad Hom. p. 1197, 1887; Diod. iv. 45). Un certo numero di epiteti che le hanno dato i poeti contengono allusioni a queste caratteristiche della credenza popolare, o alla sua forma. Viene descritta come di aspetto terribile, o con tre corpi o tre teste, la prima di cavallo, la seconda di cane, e la terza di leone. (Orph. Argon. 975, &c.; Eustath. ad Hom. pp. 1467, 1714.) Nelle opere d’arte era a volte rappresentata come un singolo essere, ma a volte anche come un mostro a tre teste. (Paus. ii. 28. § 8. 30. § 2.) Oltre a Samotracia ed Egina, troviamo espressa menzione del suo culto ad Argo (Paus. ii. 30. § 2.) e ad Atene, dove aveva un santuario sotto il nome di Epipurgidia, sull’acropoli, non lontano dal tempio di Nizza. (Paus. ii. 30. § 2.) Piccole statue o rappresentazioni simboliche di Ecate (hekataia) erano molto numerose, soprattutto ad Atene, dove si trovavano davanti o nelle case, e nei punti in cui due strade si incrociavano; e sembra che la gente consultasse tali Ecatei come oracoli. (Aristoph. Vesp. 816, Lysistr. 64; Eurip. Med. 396; Porphyr. de Abstin. ii. 16; Hesych. s. v. Hekataia). Alla fine di ogni mese si preparavano piatti con cibo per lei e per altri scongiuratori del male nei punti in cui due strade si incrociavano; e questo cibo veniva consumato dalla povera gente. (Aristoph. Plot. 596; Plut. Synmpos. vii. 6.) I sacrifici offerti a lei consistevano in cani, miele e agnelli neri. (Plut Quaest. Rom. 49; Schol. ad Theocrit. ii. 12 ; Apollon. Rhod. iii. 1032.)

Fonte: Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology.

CITAZIONI DELLA LETTERATURA CLASSICA

PARENTELA DI ECATE

Heracles, Cerbero ed Ecate, cratere a voluta a figure rosse apulo C4° a.C, Staatliche Antikensammlungen

I) PERSES & ASTERIA

Apollonio Rodio, Argonautica 3. 1035 (trad. Rieu) (epica greca C3rd a.C.) :
“Hekate, unica figlia (mounogenes) di Perses.”

Diodoro Siculo, Biblioteca di Storia 4. 45. 1 (trans. Oldfather) (storico greco C1 a.C.) :
“Ci è stato detto che Elio (il Sole) aveva due figli, Eete e Perse, Eete era il re di Kolkhis (Colchis) e l’altro re del Chersonese Taurico, e che entrambi erano estremamente crudeli. E Perse ebbe una figlia Hekate (Ecate), che superò suo padre in audacia e illegalità.”

Seneca, Medea 812 (trad. Miller) (tragedia romana C1° d.C.) :
“Vedo la macchina che scivola veloce di Trivia. . . O Perseis .”

II) NYX

Nyx (Notte) come madre di Hekate era probabilmente identificata con Asteria (“la Stellata”).

III) ALTRO

Lo Scholiasta su Apollonio Rodio, Argonautica 3. 467 dice che secondo gli Inni Orfici, Hekate era una figlia di Deo; che secondo Bacchilide, una figlia di Nyx (Notte); secondo Musaeus, una figlia di Zeus e Asteria; e che secondo Pherecydes, era una figlia di Aristaios (Aristaeus).
La maggior parte dei poeti fa di Hekate una figlia della notte in qualche forma, sia essa Asteria (Stellata), Astraios (Stellata) o Nyx (Notte).

Figlia di Ecate

Ecate e il gigante Clito, kylix ateniese a figure rosse C5° a.C, Antikensammlung Berlin

I) DIO VERGINE.

Hekate era descritta come una dea vergine, simile ad Artemide. Nell’arte, era spesso raffigurata con un abito al ginocchio da fanciulla.

Apollonio Rodio, Argonautica 3. 840 (trad. Rieu) (epica greca del III secolo a.C.) :
“La fanciulla unigenita (Koure mounogenes).”

Lycophron, Alexandra 1174 (trad. Mair) (poeta greco del III secolo a.C.) :
“La figlia nubile di Perseo, Brimo Trimorphos.”

II) SCYLLA (SKYLLA)

Hekate fu talvolta identificata con Krataeis (Crataeis), la madre del mostro marino Skylla (Scilla). Era anche intitolata Skylakagetis (Capo dei cani), collegandola al nome del mostro.

III) CIRCE (KIRKE) & MEDEA

Diodoro Siculo identificava Hekate con le ninfe Perseis ed Eidyia (madre e moglie del re Eete), e anche con la dea della vicina Khersonese taurica (Chersonese).

HECATE & LA GUERRA DEI TITANI

Hekate era uno degli dei Titani che si allearono con Zeus.

Esiodo, Teogonia 404 e segg. (trad. Evelyn-White) (epica greca C8 o C7 a.C.) :
“Hekate che Zeus, figlio di Crono, onorava sopra tutti. Le diede splendidi doni, per avere una parte della terra e del mare infruttuoso. Ella ricevette onore anche nel cielo stellato, ed è onorata oltremodo dagli dei senza morte. Per tutti coloro che sono nati da Gaia (Gea, Terra) e Ouranos (Urano, Cielo) tra tutti questi lei ha la sua giusta parte. Il figlio di Crono non le fece alcun torto e non le tolse nulla di tutto ciò che era la sua parte tra gli antichi dei Titani; ma ella detiene, come la divisione fu all’inizio fin dal principio, il privilegio sia sulla terra, sia sul cielo, sia sul mare. Inoltre, poiché è figlia unica, la dea non riceve meno onore, ma molto di più, perché Zeus la onora.”

Per maggiori informazioni sulla guerra dei Titani vedi I TITANI

HECATE & LA GUERRA DEI GIGANTI

Hekate appare in una serie di antichi dipinti su vaso mentre combatte un gigante con le sue torce gemelle.

Per maggiori informazioni sulla guerra dei giganti vedi I GIGANTI

HECATE & IL RAPIMENTO DI PERSEFONE

Persefone, Hermes, Ecate e Demetra, cratere ateniese a campana a figure rosse C5° a.C., Metropolitan Museum of Art

Inno omerico 2 a Demetra 19 ff (trans. Evelyn-White) (epica greca C7° – 4° a.C.) :
“Allora ella gridò con voce stridula, invocando suo padre, il figlio di Crono, che è il più alto ed eccellente. Ma nessuno, né tra gli dei senza morte né tra gli uomini mortali, udì la sua voce, né gli ulivi che portavano ricchi frutti: solo la tenera Ecate, figlia di Perseo, udì la ragazza dalla sua grotta, e il signore Helios (il Sole)…
Poi per nove giorni la regina Deo vagò sulla terra con torce fiammeggianti in mano, così addolorata che non gustò mai l’ambrosia e il dolce sorso del nettare (nektaros), né si cosparse il corpo di acqua. Ma quando venne la decima alba illuminante, Hekate, con una torcia in mano, le andò incontro, le parlò e le disse: “Regina Demetra, portatrice di stagioni e dispensatrice di buoni doni, quale dio del cielo o quale uomo mortale ha rapito Persefone e trafitto con dolore il tuo caro cuore? Poiché ho sentito la sua voce, ma non ho visto con i miei occhi chi fosse. Ma io ti dico sinceramente e brevemente tutto quello che so.”
Così, dunque, disse Hekate. E la figlia della ricca Rheia non le rispose, ma andò veloce con lei, tenendo in mano delle torce fiammeggianti. Allora giunsero da Elio (il Sole), che è il guardiano degli dei e degli uomini, e si fermarono davanti ai suoi cavalli; e la luminosa dea lo interrogò.”

Inno omerico 2 a Demetra 436 e seguenti:
” Allora Hekate dai capelli lucenti si avvicinò a loro, e spesso abbracciò la figlia della santa Demetra; e da quel momento la signora Hekate fu ministro e compagna di Persefone.”

Pausania, Descrizione della Grecia 9. 39. 2 (trans. Jones) (diario di viaggio greco del C2 d.C.) :

” è separato dal boschetto di Trophonios dal fiume Herkyna (Hercyna). Si dice che qui Herkyna, giocando con Kore (Core), la figlia di Demetra, tenne un’oca (khên) che contro la sua volontà lasciò libera. L’uccello volò in una grotta cava e si nascose sotto una pietra; Kore entrò e prese l’uccello mentre giaceva sotto la pietra. L’acqua scorreva, dicono, dal luogo dove Kore prese la pietra, e da qui il fiume ricevette il nome Herkyna. Sulla riva del fiume c’è un tempio di Herkyna, in cui c’è una fanciulla che tiene in braccio un’oca. Nella grotta ci sono le fonti del fiume e le immagini in piedi, e i serpenti sono arrotolati intorno ai loro scettri. Si potrebbe congetturare che le immagini siano di Asklepios (Asclepio) e Hygeia, ma potrebbero essere Trophonios ed Herkyna, perché si pensa che i serpenti siano altrettanto sacri a Trophonios quanto Asklepios.”

Per maggiori informazioni sul rapimento di Persefone vedi RAPE OF PERSEPHONE

HECATE & HERMES

Hekate era probabilmente descritta come la consorte di Khthonian (Underworld) Hermes nei culti di Thessalian Pherai (Pherae) ed Eleusis. Entrambe le divinità erano leader dei fantasmi dei morti, ed erano associate al ritorno primaverile di Persefone.

HECATE & GALINTHIAS

Hecate and the giant Clytius, Athenian red-figure amphora C4th B.C, Musée du Louvre

Antonino Liberale, Metamorfosi 29 (trans. Celoria) (mitografo greco del II secolo d.C.) :
“A Tebe Proito (Proetus) aveva una figlia Galinzia. Questa fanciulla era compagna e compagna di Alkmene (Alcmena), figlia di Elektryon (Electryon). Mentre le doglie del parto di Herakles premevano su Alkmene, le Moirai (Parche) e Eileithyia (Dea delle nascite), per fare un favore a Hera, tennero Alkmene nelle continue doglie del parto. Galinthias, temendo che i dolori del parto facessero impazzire Alkmene, corse dalle Moirai e da Eleithyia e annunciò che per desiderio di Zeus era nato un maschio ad Alkmene e che le loro prerogative erano state abolite.
A tutto questo, la costernazione naturalmente superò le Moirai ed esse lasciarono immediatamente le loro braccia. Le doglie di Alkmene cessarono subito e nacque Eracle. I Moirai si rattristarono per questo e portarono via le parti femminili di Galinthias perché, essendo solo una mortale, aveva ingannato gli dei. La trasformarono in una donnola (o puzzola) ingannevole, facendola vivere nelle fessure e le diedero un modo grottesco di accoppiarsi. Si monta attraverso le orecchie e partorisce facendo uscire i suoi piccoli attraverso la gola.Hekate si dispiacque per questa trasformazione del suo aspetto e la nominò serva sacra di se stessa.”

Aeliano, Sugli animali 12. 5 (trans. Scholfield) (storia naturale greca del II sec. d.C.) :
“Gli abitanti di Tebe, sebbene greci, venerano una martora, così ho sentito, e sostengono che era la nutrice di Eracle, o se non era la nutrice, ma quando Alkmene (Alcmena) era in travaglio e incapace di far nascere il suo bambino, la martora corse da lei e sciolse i legami del suo grembo, così che Eracle fu partorito e subito cominciò a strisciare.”

HECATE & IL GALEO DELLA MARTA

Aeliano, Sugli animali 15. 11 (trans. Scholfield) (storia naturale greca del II sec. d.C.) :
“Ho sentito dire che la faina (o puzzola) un tempo era un essere umano. Ho anche sentito dire che Gale era il suo nome allora; che era una commerciante di incantesimi e una maga (pharmakis); che era estremamente incontinente, e che era afflitta da desideri sessuali anormali. Né mi è sfuggito che l’ira della dea Hekate l’ha trasformata in questa creatura malvagia. Che la dea sia benevola con me: le favole e il loro racconto lo lascio ad altri.”

HECATE & QUEEN HECUBA

Odisseo ricevette la regina Hekabe (Ecuba) come sua prigioniera dopo la caduta di Troia. Durante il viaggio di ritorno in Grecia, uccise un re trace e fu lapidata dai locali. Gli dei la trasformarono allora in un cane nero, e lei divenne l’animale familiare della dea Hekate.In questo mito la regina era chiaramente identificata con Bendis, l’Hekate tracia, a cui venivano offerti cani in sacrificio.

Lycophron, Alexandra 1174 ff (trans. Mair) (poeta greco C3rd B.C.) :
“La fanciulla figlia di Perseo, Brimo Trimorphos (a tre forme), ti farà suo attendente, terrorizzando con i tuoi lamenti nella notte tutti i mortali che non adorano con torce le immagini di Zerynthia regina di Strymon, placando la dea di Pherai con sacrifici. E lo sperone dell’isola di Pakhynos (Pachynus) conterrà il tuo terribile cenotafio, impilato dalle mani del tuo padrone, suggerito dai sogni quando hai ottenuto i riti della morte davanti ai torrenti di Heloros. Egli verserà sulla riva offerte per te, infelice, temendo l’ira della dea dai tre colli, perché scaglierà la prima pietra alla tua lapidazione e inizierà l’oscuro sacrificio ad Haides.”

Ovidio, Metamorfosi 14. 430 & 561 e segg. (trad. Melville) (epica romana dal C1° a.C. al C1° d.C.) :
“Troia è caduta e anche Priamo. La sua malvagia moglie ha perso, dopo tutto, oltre alla sua forma umana; il suo nuovo strano abbaiare ha terrorizzato la brezza sulle rive straniere dove il lungo Ellesponto si contrae in strettoie… Là, al di là dello stretto, dalla Frigia, dove si trovava Ilium, si trovano le province della Tracia, dove Polymestor aveva il suo ricco palazzo. A lui, in segreto, Praim diede in custodia il suo giovane figlio Polidoro perché lo allevasse… Quando la bella fortuna di Troia cadde, quel re malvagio prese la sua spada affilata e sgozzò il suo incaricato. . . .
Sulla spiaggia gettata in alto vide il cadavere del suo Polidoro e le enormi ferite che i coltelli traci avevano fatto. . . Ecuba, la rabbia unita al dolore, ignara dei suoi anni… si diresse verso Polimestore, autore di quel turpe assassinio, e chiese udienza… attaccò il re e gli piantò le dita negli occhi, i suoi occhi infidi, e gli cavò le palle degli occhi… Incoraggiati nel vedere la calamità del loro re, i Traci cominciarono ad attaccare la regina con bastoni e pietre, ma lei si scagliò contro le pietre, ringhiando, e quando le sue labbra si posarono su parole grame e cercò di parlare, abbaiò. Il luogo rimane oggi, chiamato così per ciò che vi accadde. Poi, ricordando ancora i suoi antichi mali, ululò con dolore per la terra di Tracia. Quel suo destino suscitò la pietà nei cuori di amici e nemici, troiani e greci, e anche di tutti gli dei: Anche Giunone, moglie e sorella di Giove, dichiarò lei stessa ingiusta la tragica fine di Ecuba.”

Ovidio, Metamorfosi 7,362 ss :
“Oltre la tomba di Paride sepolta nella sabbia bassa; i prati che Maera terrorizzava con latrati mostruosi.”

ARTE GRECA ANTICA

T16.7 Hecate Holding Torches

Athenian Red Figure Vase Painting C5th B.C.

T16.4 Hecate Holding Torches

Athenian Red Figure Vase Painting C5th B.C.

T16.6B Hecate Holding Torches

Athenian Red Figure Vase Painting C5th B.C.

T16.6 Hecate & Persephone

Athenian Red Figure Vase Painting C5th B.C.

T16.2 Hecate, Cerberus, Heracles

Apulian Red Figure Vase Painting C4th B.C.

T16.3 Hecate & the Giant Clytius

Athenian Red Figure Vase Painting C5th B.C.

T16.1 Hecate & the Giant Clytius

Athenian Red Figure Vase Painting C4th B.C.

K14.7 Hecate, Hades, Persephone

Apulian Red Figure Vase Painting C4th B.C.

T16.5 Hecate with Torches & Dog

Athenian Black Figure Vase Painting C6th B.C.

T16.8 Hecate & Iacchus

Athenian Red Figure Vase Painting C4th B.C.

SOURCES (ALL HECATE PAGES)

GREEK

ROMAN

BYZANTINE

  • Suidas, The Suda – Byzantine Greek Lexicon C10th A.D.

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