Non sono un grammatico, ma ecco la mia opinione su “I was like whatever”
I – pronome
Usato per riferirsi a se stessi come oratore o scrittore.
was like – deriva dalla frase idiomatica “be like”
be like – informale
Dire o pronunciare. Usato principalmente nella narrazione orale: “E lui è come, “Lasciami in pace!”
Alcuni linguisti chiamano questo “simil-citativo”, sebbene non sia una cosa ben definita finora. Ecco un lungo articolo della Prof. Dr. Isabelle Buchstaller, una sociolinguista variantista.
“And I’m Like, Read This!” articolo di Jessica Love.
Il consenso generale è che il like quotativo incoraggia un parlante a incarnare i partecipanti a una conversazione. Così, l’oratore vocalizza il contenuto degli enunciati dei partecipanti, ma anche i suoi atteggiamenti verso quegli enunciati. Può drammatizzare molteplici punti di vista, uno dopo l’altro, rendendo perfettamente chiaro per tutto il tempo con quali punti di vista simpatizza e quali no. Sentitevi dire queste frasi ad alta voce: Mi sono avvicinato a Randy e lui mi ha detto: “Perché sei in ritardo? E io: “Perché mi hai dato l’orario sbagliato! Avete, oltre a riferire le ossa di una conversazione lui-dice lei-dice, probabilmente tradito una certa indignazione morale. Randy era irragionevole e tu avevi ragione. È possibile fare tutto questo con says, naturalmente, ma non in modo altrettanto naturale.
Il virgolettato like è spesso seguito da parole di riempimento come well o dude, come in He was like, Dude, get your act together. Proprio come una maschera o un buon trucco o il giusto addestramento dialettale, questi riempitivi distinguono ulteriormente il parlante attuale dalla persona (o dall’io precedente) citata. Danno alla performance un po’ di stile. (And make no mistake: far from indicating laziness, the quotative like can inspire some great performances.)
whatever – interjection informal
Used to indicate indifference to or scorn for something, such as a remark or suggestion: We’re having pizza tonight.— “Whatever. I don’t care.”